giovedì 7 ottobre 2010

Diamond Dogs di Luca Di Fulvio

Aspromonte, 1906-1907

"All'inizio l'avevano guardata crescere in due. La madre e il padrone. L'una con apprensione, l'altro con la sua pigra libidine. Ma prima che diventasse donna, la madre aveva fatto in modo che il padrone non la guardasse più"


Per me, Diamond Dogs è un libro, prima che una canzone. Lo so, dovrebbe essere esattamente il contrario. Ma, musicalmente parlando, sono un divoratore della cosiddetta musica commerciale: hit parade e dintorni, insomma. Quindi, Under Pressure a parte, David Bowie lo conoscevo solo per sentito dire.


Quello che sarebbe dovuto essere il titolo di questo meraviglioso capolavoro, però, prende ovviamente spunto dalla canzone del Duca Bianco, che ho saputo solo dopo essere anche il mito assoluto di Di Fulvio.


Chi sono i Diamond Dogs? Semplice, quella dei Diamond Dogs è una banda. O forse sarebbe meglio dire un'idea di banda, dalla quale dipende tutto il plot del romanzo. Non starò qui a raccontare la trama del libro (se proprio la volete, ve l'andate a cercare, ma consiglio di non leggerla, quella dell'edizione Mondadori spiattella praticamente metà libro, un vero peccato) , come mai lo farò in questo blog. Piuttosto, preferisco darvi qualche dritta su cui riflettere.


Diamond è ambientato prevalentemente a New York ed è l'unico libro che ho letto in cui la città ha lo stesso peso di un vero e proprio personaggio, ma senza risultare in nessuna occasione noiosa o invadente all'interno della trama. Questa è la New York di Once Upon a Time in America, la New York del Lower East Side raccontata in un affresco di forte ascendenza leoniana. Per chi ama questo film, leggere Diamond sarà come fare nuovamente un tuffo in quelle atmosfere. Dal mio punto di vista, in qualche passo c'è pure una punta di Crane e del suo Maggie A Girl of the Street, con i degradati basements di periferia a farla da padroni: ma, su quest'ultima ascendenza, non metto la mano sul fuoco.


Il protagonista: si chiama Christmas, naturale omaggio al Joe Christmas di Light in August, del Nobel americano William Faulkner, tra gli autori preferiti di Luca. E chiudo qui con le corrispondenze letterarie.


Non sono un amante dei polpettoni, anzi: per me, se si superano le 250-300 pagine, in un libro deve succedere qualcosa. Non m'interessano le turbe mentali dei personaggi, o almeno non solo: la storia deve continuare, altrimenti mi annoio. Diamond Dogs è un romanzo, per usare un termine caro a Luca, in cui "l'alchimia" tra l'autore e i personaggi è perfetta: sono in simbiosi straordinaria. Una simbiosi che coinvolge, in maniera splendida, anche chi legge. E' tutto perfetto, storia, ambientazione, stile, tutto. Potrei scrivere ancora per ore, ma mi fermo qui.
Luca Di Fulvio, La Gang dei Sogni, 571 pp. , Mondadori 2008.
Citazioni in esergo:
La responsabilità ha inizio nei sogni - W.B YEATS, Responsibilities
Ragazzina, li chiamano i Diamond Dogs - DAVID BOWIE, Diamond Dogs

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